L’opera site specific di Luca Vitone (Genova, 1964) si inserisce in una poetica concentrata sull’ambiente e il contesto storico-sociale in cui si collocano le sue opere. Con “Gli occhi di Segantini”, Vitone rende omaggio a uno dei maggiori artisti trentini, nato nel 1858 poco distante da Rovereto, ad Arco. Vittone ha realizzato una copia fedele dell’atelier in cui Segantini lavorò a partire dal 1894, sulle montagne dell’Engandina, nella Svizzera meridionale. Una piccola costruzione in legno a pianta circolare che nei progetti di Segantini doveva essere riprodotta nel padiglione dell’Engandina dell’Esposizione universale di Parigi del 1900, per accogliere una delle opere maggiori dell’artista, il “Trittico delle Alpi”. Dipingendo en plein air e in questo atelièr l’artista trasse i soggetti per gran parte delle vedute alpine, in un paesaggio che definì “una vera miniera di ispirazione per la mia arte”. Le stesse montagne che Vittone riproduce fotograficamente all’interno dell’installazione che occupa la parte centrale della piazza sottostante la grande cupola di Mario Botta.
Anno: 2007
Luogo: Rovereto e Basilea