Chi siamo
Tullio Leggeri, Architetto e costruttore, non è solo un collezionista d’arte contemporanea, ma partner di molti artisti nella produzione delle loro opere, suggerendo soluzioni tecniche ed artistiche.
Ha “dato una mano” nella realizzazione delle sculture di Sol Lewitt e di Haim Steinbach, nelle installazioni di Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi ed Ettore Spalletti , in mostra nel Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 1997, e quella di Sisley Xhafa presentata alla Biennale di Siviglia del 2004 e poi alla Biennale di Venezia del 2005.
IL suo curriculum artistico comprende anche collaborazioni con la Fondazione Ratti (Como) con John Armleder e Giulio Paolini, con Arte all’Arte per i progetti degli artisti Olaf Metzel, Alberto Garutti, Jannis Kounellis, Olaf Eliasson e Tobias Reheberger, e nell’ambito dei Pubblic Art Projects di ArtBasel per le installazioni di Massimo Bartolini, Vedovamazzei e Luca Vitone.
Ha collaborato con musei d’arte contemporanea come il Mart di Rovereto, la Gamec di Bergamo, il Castello di Rivoli, il CeSAC di Caraglio (Cuneo), la Fondazione Prada e la Triennale di Milano ed è stato invitato dalla Città di Dortmund a presentare proposte artistiche e di arredo urbano per il Piano Regolatore.
Il settore delle installazioni d’arte, diventato uno dei tratti distintivi dell’impresa di costruzioni Leggeri spa, nasce inizialmente su richiesta di amici-galleristi per la risoluzione di problemi tecnici, o scelta dei materiali, o per una semplice assistenza, per poi passare dalla consulenza teorica, alla collaborazione e alla realizzazione dell’intero progetto.
“E’ in questo connubio tra due realtà apparentemente diverse come il mondo della costruzione e quello delle installazioni d’arte, che emergono numerosi tratti in comune”. (Tullio Leggeri)
Leggeri, è inoltre il fondatore, con Elena Matous Radici, di ALT, Arte Lavoro e Territorio, uno spazio non profit aperto ad Alzano Lombardo negli spazi dell’ex cementificio Italcementi, a pochi Km da Bergamo dove sono raccolte opere provenienti dalle collezioni private.
Si tratta di un incubatore in cui sviluppare la creatività del territorio, in cui confrontarsi con la ricerca artistica internazionale, in cui sperimentare l’arte contemporanea come mezzo per capire ed interpretare meglio l’attuale società.
Liberamente tratto da “ La Repubblica 28 Novembre 2010”.